In una fattura di vendita una delle voci che può aumentare il totale dell’importo per l’acquirente è l’IVA.
Quando il valore del bene acquistato è elevato l’applicazione dell’aliquota del 22% ha un’ impatto importante sul corrispettivo finale.
L’imposta sul valore aggiunto, come sappiamo, è un tributo neutrale per l’imprenditore ovvero non è lui il soggetto gravato dal pagamento della tassa in ultima istanza. L’imprenditore, in via generale, si limita a pagare l’IVA al fornitore e a versare l’imposta incassata dal cliente.
Cosa è la dichiarazione di intento?
Sebbene l’imprenditore sia soggetto passivo d’imposta si può verificare che al momento dell’acquisto del bene dal fornitore si possa generare una sofferenza finanziaria dovuta all’uscita di cassa per l’anticipo dell’IVA a fronte di un incasso che avverrà in un momento successivo.
Un’altra situazione di squilibrio finanziario si può verificare quando l’impresa non ha sufficiente IVA a debito da detrarre a causa della natura dell’attività rivolta alla vendita sui mercati nei diversi paesi del mondo. Queste operazioni risultano non imponibili ai fini IVA.
Per far fronte a questa situazione l’amministrazione è venuta incontro agli imprenditori introducendo lo strumento della dichiarazione di intento. Questo dispositivo consente all’esportatore abituale di effettuare acquisti o importazioni di beni senza l’applicazione dell’IVA entro i limiti del plafond.
Chi è l’esportatore abituale?
Si definisce come esportatore abituale il soggetto che effettua cessioni all’esportazione (e/o operazioni assimilate) non imponibili per un importo superiore al 10% del suo volume d’affari.
Tale qualifica prevede la possibilità di effettuare acquisti di beni/servizi e importazioni senza applicazione dell’IVA nei limiti del cosiddetto plafond. Il plafond è pari all’importo delle operazioni rilevanti eseguite a tale fine.
Il tetto massimo può essere di 2 tipi: fisso o mobile. È fisso se le operazioni effettuate fanno riferimento all’anno solare precedente, è mobile se le operazioni sono svolte nei 12 mesi precedenti la data della dichiarazione.
Come compilare il modello?
L’imprenditore o l’azienda, che sono in possesso della qualifica di esportatore abituale, non devono fare altro che dichiarare all’Agenzia delle Entrate la loro volontà di acquistare o importare il bene senza l’applicazione dell’imposta tramite l’apposito modello. La richiesta può essere trasmessa senza intermediazioni da parte dei soggetti abilitati dall’Agenzia o tramite gli intermediari abilitati.
Il modello non richiede particolare sforzo per essere compilato. Nel frontespizio la prima parte è destinata ai dettagli del dichiarante, dove egli deve riportare una serie di informazioni utili a identificarlo ai fini fiscali.
Sulla stessa pagina troviamo la dichiarazione. Il rappresentante indica se intende avvalersi della facoltà, prevista per i soggetti che hanno effettuato cessioni all’esportazione o operazioni assimilate, di effettuare acquisti o importazioni senza applicazione dell’IVA, indicando l’anno di riferimento e la tipologia del prodotto o del servizio oggetto dell’operazione.
Il dichiarante poi compila il campo 1, se la dichiarazione d’intento si riferisce ad una sola operazione, specificando il relativo importo, o il campo 2 se si riferisce a 1 o più operazioni fino a concorrenza di un certo importo.
Il dichiarante deve indicare il destinatario della dichiarazione; la Dogana per le importazioni, l’altra parte contraente per l’acquisto di beni e servizi.
Passiamo alla 3° pagina del modello il Quadro A – Plafond. Abbiamo 2 righe: in A1, il rappresentante indica la natura del plafond se fisso o mobile, in A2 riporta le operazioni che concorrono alla sua formazione. Se, alla data di trasmissione, la dichiarazione annuale IVA è stata già presentata, va barrata la casella 1 Dichiarazione annuale IVA presentata in alternativa bisogna indicare almeno 1 delle operazioni che hanno concorso alla formazione del tetto massimo;
- casella 2 per le esportazioni di beni (art. 8, primo comma, lettere a) e b) del d.P.R. 633/72);
- casella 3 per le cessioni intracomunitarie di beni;
- casella 4 per le cessioni di beni effettuate nei confronti di operatori sammarinesi;
- casella 5 per le operazioni assimilate alle cessioni all’esportazione;
- casella 6 per le operazioni straordinarie.
Conclusioni
Per concludere la dichiarazione di intento è un’ottimo strumento a disposizione delle aziende che operano sui mercati nei diversi paesi del mondo per mitigare l’impatto della gestione dei flussi di cassa per il pagamento dell’IVA.
L’azienda attraverso una semplice auto-dichiarazione può accedere a tale regime preferenziale qualora esistano i presupposti. Io consiglio sempre ai miei Clienti importatori di fare un controllo sulla struttura delle loro operazioni per vedere se possono accedere alla qualifica di esportatore abituale e usufruire così della possibilità di effettuare acquisti o importazioni di beni in esenzione IVA.
MM
